Anatema di Zos
Discorso agli ipocriti
«Siate maledetti, voi che verrete perseguitati a causa mia. Poiché io vi dico che sono la pura CONVENZIONE, la malvagità totale, la perversione, e niente di buono – per voi»
«Senza ipocrisia o paura voi potrete realizzare i vostri desideri. Chi, dunque, infrangerà le regole e vivrà nella trasgressione sarà in sintonia con il Cielo»
Anatema di Zos, pubblicato nel 1927 dall’artista e occultista inglese Austin Osman Spare, è un testo violento e pericoloso, arcaico e di sconvolgente attualità. Uno sfogo rabbioso e gonfio d’amarezza contro il moralismo, la religione ufficiale, le convenzioni estetiche e sociali lanciato per bocca di Zos, alter ego dell’autore dagli ostentati attributi satanici. Ma Zos non è l’Anticristo che inganna e perverte, non pontifica da un pulpito, ma urla da un recinto di capre. Questo "diavolo" rifiuta di ammaestrare e insulta la folla dei seguaci, in una prosa violenta e ossessiva che si apre a improvvise accensioni poetiche.
Come in William Burroughs e in Antonin Artaud, dietro la ferocia c’è la rivendicazione ostinata di una libertà profonda, il segno di una visione complessa e originale che anticipa le ansie e le utopie del presente.
Il testo qui proposto è accompagnato dalla versione originale inglese, e seguito da Un libro di satiri (A book of Satyrs, 1907), sequenza di immagini allegoriche che anticipa in forma grafica i temi e lo spirito dell’Anatema.
Completano il volume un testo introduttivo di Kenneth Grant, esecutore letterario di Spare, e una postfazione in versi del poeta.